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Ancora omicidi sul lavoro in Veneto

Questa mattina, nell’azienda Agrifung di Treviso, è morto Stefano Donà, autotrasportatore di 42 anni. E’ stato travolto dal rovesciamento di una macchina operatrice. Si allunga in maniera inesorabile la catena insopportabile degli infortuni e dei morti sul lavoro: 11935 infortuni e 12 morti solo nei mesi di gennaio e febbraio. Noi sappiamo perché questo accade e continuerà ad accadere. Accade perché in questa regione di bassi salari, di lavoro precario lo sfruttamento del lavoro, come quello della natura, ha raggiunto limiti insostenibili. Si lavora sempre di più con nastri orari sempre più lunghi senza cura per le regole della sicurezza, con un unico obiettivo: fare, produrre nel minor tempo possibile. Mentre rivolgiamo le nostre sentite condoglianze alla famiglia di Stefano Donà non possiamo non indicare la necessità della ripresa con forza della lotta per difendere la sicurezza nei luoghi di lavoro e quella altrettanto necessaria per l’abrogazione di tutte le leggi che hanno prodotto precarietà. Bisogna ridurre l’orario di lavoro. Solo opponendo gli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori alla logica del profitto e dello sfruttamento si può rompere questa catena infame di omicidi.

 Paolo Benvegnù – segretario regionale Prc

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