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L’Unione Inquilini sta con Cambiare si può. De Cesaris: “Siamo interessati alla costruzione di una sinistra alternativa”

Nel mese della campagna “Abbassare gli affitti e bloccare gli sfratti” l’Unione Inquilini manda anche la sua adesione per la partecipazione all’Assemblea Nazionale “Cambiare si può” del primo dicembre e presenta la sua adesione proprio per il diritto alla casa e all’abitare, per riprendersi la città bene comune.

Sarà proprio sabato che durante l’intera giornata si cercherà di dare vita a una vera proposta di cambiamento. La sinistra alternativa, questo va ribadito, si pone come obiettivo il presentare alle elezioni politiche del 2013 una lista “di cittadinanza politica, radicalmente democratica, alternativa al governo Monti, alle politiche liberiste che lo caratterizzano e alle forze che lo sostengono”.

In questo mese abbiamo incontrato e diverse volte Walter De Cesaris, Segretario dell’Unione Inquilini,  perché la precarietà abitativa continua a presentare dati sempre più imponenti e dunque una situazione in Italia sempre più allarmante che va a toccare tutti gli italiani.

Torniamo a ribadire che crescono gli sfratti: si tratta infatti poco meno di 65 mila sentenze solo nel 2011.

“Nella crescita totale, però – specifica De Cesaris – sono quelli per morosità che subiscono l’impennata, divenendo ormai il 90% delle sentenze emesse. Con l’attuale trend di crescita, se ne prevedono 200.000 nei prossimi tre anni. Dentro l’inverno più duro della crisi e della recessione, un intervento urgente è necessario: il blocco di tutti gli sfratti, compresa la morosità incolpevole, e delle aste giudiziarie sulla prima casa, anche queste ultime in crescita”.

Nelle graduatorie per una casa popolare sono 600mila i nuclei utilmente collocati nelle graduatorie a cui però non è possibile dare una risposta.

“Non serve, quindi, dismettere il patrimonio pubblico – aggiunge De Cesaris – serve il contrario: incrementarlo a partire da quello in disuso. Serve un grande piano per il recupero urbano ai fini della residenza popolare. Quella sì che sarebbe una “grande opera” per la riconversione dell’economia. Sarebbe un vero intervento pubblico antirecessivo e, insieme, un grande piano per il lavoro. A proposito, di parametri di convergenza europei, per entrare in Europa sulla politica sociale della casa – continua il Segretario – l’Italia dovrebbe quadruplicare l’offerta di alloggi a canone sociale (abbiamo un misero 4% a fronte di una media del 16%).

Dove trovare le risorse? “Si può per una volta – spiega il Segretario – provare a tagliare le unghie alla rendita immobiliare parassitaria? Investigare i movimenti della rendita, significa andare al cuore dei processi di valorizzazione. La rendita immobiliare, cioè, ci parla dei nodi strutturali della crisi e di quella che si chiama finanziarizzazione dell’economia. Nel decennio passato, le operazioni di finanziarizzazione immobiliare, quali strumenti di capitalizzazione di borsa delle imprese, hanno smosso miliardi di euro. Noi dell’Unione Inquilini – aggiunge – abbiamo fatto uno studio, partendo dalle nostre lotte, sulla cartolarizzazione degli immobili pubblici in Italia a cavallo tra la fine degli anni 90 e il primo decennio del nuovo secolo. In un audit sul debito, per verificare come si sia costituito, quale sia la sua struttura e quale parte possa essere legittima e quale no, anche noi avremmo da dire qualcosa di importante. Per tutte queste ragioni – conclude De Cesaris – siamo interessati all’assemblea del primo dicembre e, pur nell’autonomia che è propria di una organizzazione sindacale di massa, alla proposta di costruzione di una sinistra di alternativa che proponga l’uscita dalle gabbie dell’ubriacatura neoliberista”.

Fonte: www.controlacrisi.org

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