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Le scelte di Governo italiano e Unione Europea sono del tutto inadeguate ad affrontare l’emergenza Coronavirus

L’emergenza del coronavirus ha reso evidente l’insostenibilità del modello sociale liberista basato sulla progressiva riduzione del welfare.
Affrontiamo questa crisi con sistemi sanitari pubblici fortemente indeboliti da tagli e processi di privatizzazione e una società già segnata da forti diseguaglianze e declino economico.
Le misure assunte dal governo italiano e dall’Unione Europea per fronteggiare la pandemia del coronavirus sono del tutto inadeguate, sia sul piano sanitario che sul piano economico. 
Sul piano economico le scelte assunte corrispondono ad un decimo di quanto è necessario porre in essere. Come segnalato dall’appello di Emiliano Brancaccio e altri economisti sul Financial Times, c’è bisogno di un piano “antivirus” che metta sotto controllo i mercati dei capitali.
Per affrontare efficacemente l’emergenza è necessario che l’Unione Europea adotti le seguenti misure.
In primo luogo deve essere immediatamente sospeso il patto di stabilità perché in una situazione come questa il mantenimento di misure di contenimento della spesa rappresenta l’opposto di quel che serve sia per affrontare la pandemia che per affrontare la crisi economica. Parallelamente, deve essere cancellata ogni discussione sul MES, che rappresenta una modalità inutile e dannosa di intervento sui bilanci pubblici dei diversi paesi europei.
In secondo luogo, la BCE deve garantire la trasmissione delle politiche monetarie e cioè che i tassi di interesse vadano a zero fermando quindi la speculazione sui titoli di stato. A tal fine la BCE acquisti fino al 60% dei titoli di stato di ogni paese europeo in modo da garantire l’azzeramento dello spread. 
In terzo luogo, la BCE finanzi un piano di investimenti europeo in grado di rilanciare l’occupazione e garantire la riconversione ambientale e sociale delle produzioni e dell’economia. 1000 miliardi di finanziamento annuo a tasso zero, con scadenza a 100 anni per attuare – magari attraverso la BEI – un Piano di riconversione ambientale delle produzioni e dell’economia (comprese le garanzie di ammortizzatori sociali e reddito) e un piano sanitario europeo che potenzi la sanità pubblica costruendo un diritto europeo alla prevenzione e alla salute.
A livello nazionale è necessario bloccare completamente le attività economiche non indispensabili per ridurre i contagi e requisire subito le strutture sanitarie private per essere in grado di affrontare regione per regione il picco dei contagi quando arriverà.
In secondo luogo è necessario attuare da subito un piano di investimenti in sintonia con quanto richiesto a livello europeo.
In terzo luogo il divieto di vendita dei titoli allo scoperto deve essere reso strutturale e in una situazione di forte speculazione sui mercati è necessario che le autorità pubbliche intervengano per bloccare le contrattazioni ogni volta queste manifestino un carattere speculativo e per attuare un forte controllo del movimento internazionale dei capitali.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
Paolo Ferrero, vicepresidente del Partito della Sinistra Europea

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