Lavoro, Lotte

Un torto fatto a uno è un torto fatto a tutti .

I nomi che uso sono nomi fasulli, ma le persone e la loro storia no.

E’ una storia comune a tante e tanti che pagano sulla loro pelle e senza sconti gli effetti di una crisi durissima che miete le sue vittime non nei consigli di amministrazioni delle banche e delle grandi società finanziarie internazionali che l’hanno provocata, ma fra la gente comune, fra i poveracci, quelli che non hanno nessun potere né rappresentanza.

Abel e Fatima sono venuti in Italia vent’anni fa, ancora giovanissimi, lui da solo, appena diciottenne, lei con i genitori a sedici anni. Qualche anno fa si sono sposati, avevano entrambi un lavoro, e hanno deciso di comprare una casa. La banca ha concesso un mutuo a tasso variabile, assicurando che non avrebbero mai superato i 650 euro al mese di rata. E’ stato così per un breve periodo, poi i tassi hanno ripreso a correre. La rata mensile del mutuo è salita a mille euro e prima l’uno poi l’altra hanno perso il lavoro.

I genitori di Adel  che vivevano con loro sono tornati in Marocco per non essere di peso. Un anno e mezzo fa Fatima  ha messo al mondo una  bambina.

Adel fa i mercatini, si arrangia come può per portare a casa qualcosa.

La banca pignora la casa e la mette in vendita, ai primi di febbraio viene battuta  all’asta, venduta a metà prezzo, un affare per il corvo che l’ha comprata. A fine marzo Adel e Fatima se ne dovranno andare o saranno sfrattati dalla forza pubblica senza alcuna possibilità di appello.

Adel , che ha sempre lavorato, come la moglie, che non ha mai chiesto niente a nessuno, va dai servizi sociali del suo comune per chiedere un aiuto.

E’ il primo in graduatoria, ma non ci sono case disponibili, almeno così viene detto. Anzi gli propongono di tornare in Marocco visto che qui per lui e sua moglie non c’è niente, neanche il più piccolo aiuto.

L’assistente sociale lo informa che  il giorno dello sfratto è possibile che la bambina, per tutelarla  naturalmente, venga sottratta ai genitori che non avranno più un tetto sopra la testa.

Abel e Fatima, come tanti altri  lavoratori e lavoratrici,  si sono rivolti al nostro sportello sociale e noi difenderemo  il loro diritto alla casa come abbiamo fatto e faremo per tante/i senza perdere tempo in chiacchere, perché un torto fatto a uno è un torto fatto a tutti .

Per gli appassionati della cittadinanza e che si sentono tanto civili e di sinistra, con il permesso di Napolitano s’intende,  due sole cose da dire.

Il comune è governato dal centrosinistra, Adel, Fatima e la bambina sono cittadini italiani.

Paolo Benvegnù
Segretario prov.le di Rifondazione Comunista

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