Lavoro, Lotte

Fiat, esplode la protesta a Termini Imerese e a Pomigliano

Riesplode la protesta degli operai ex-Fiat di Termini Imerese che oggi hanno occupato alla fine dell’assemblea e dopo un sit in la sede dell’Agenzia delle Entrate. Intanto a Pomigliano a chiedere chiarimenti sul futuro dell’impianto sono quelli della Magneti Marelli.

Le difficoltà di “Dr Motor”, l’azienda subentrata a Fiat nel sito siciliano, ad ottenere il via libera definitivo per il piano di Termini, peggiora la tensione sociale. Il passaggio della fabbrica alla Dr Motor di Massimo Di Risio non è stato ancora perfezionato per le difficoltà dell’imprenditore ad ottenere fondi dalle banche per capitalizzare la società. Sono complessivamente 2200 gli operai che temono per il proprio futuro, tra questi ci sono 600 “esodati” in attesa delle decisioni del ministro del Lavoro Elsa Fornero.

Michele Maciocia, 58 anni, è uno di loro. “Ho due figli, la maggiore va all’Università ed è costretta a lavorare perché io non sono in grado di pagarle le tasse – dice l’operaio – Come si fa con 800 euro al mese a campare, pagare le tasse, crescere i figli, fare la spesa. Mi mancavano due anni per avere la pensione, ad aprile dovevo entrare in mobilità ma dopo la riforma previdenziale tutto si è bloccato”. Andrea Cusimano, operaio della Lear in cassa integrazione, ha due figli. “Viviamo in famiglia con poco meno di 900 euro al mese – racconta – Arriviamo a fine mese per miracolo, facendo qualche debito. Ma continuando così non so se il prossimo anno potrò mandare mia figlia nella scuola di Castelbuono”. I sindacati locali che condividono la protesta metteranno in campo altre iniziative. “Non ci fermiamo questo è sicuro – avverte il segretario della Fiom di Palermo, Roberto Mastrosimone – Lo Stato non può chiedere da una parte di pagare le tasse e dall’altro consentire che non si rispettino gli accordi per il rilancio della fabbrica”.

Tensione anche per quanto riguarda l’impianto di Pomigliano d’Arco. Un corteo di tute blu si è snodato da piazza Mancini al Centro direzionale, a Napoli. E successivamente c’è stato un presidio davanti alla sede dell’assessorato regionale al Lavoro dei lavoratori del gruppo Magneti Marelli, ex Ergom (di proprietà della Fiat). I lavoratori intendono sollecitare un tavolo con Regione e azienda sulle garanzie per il reimpiego di tutti i 700 non ancora ricollocati dopo l’avvio del progetto Panda nella Fiat di Pomigliano d’Arco che ha coinvolto circa 200 dipendenti. L’iniziativa serve a trovare soluzioni anche di reimpiego verso la stessa realtà produttiva di Napoli che, secondo i sindacati, rimane un sito fondamentale per il gruppo Marelli.

Fonte: www.controlacrisi.org

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