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Schede regionali sanità: tagli all’ospedale di PIOVE DI SACCO.

Le grandi “innovazioni” della giunta regionale prevedono la chiusura di emodinamica, ortopedia, otorinolaringoiatria, rianimazione, pediatria, odontoiatria e la riduzione dell’attività di chirurgia a cinque giorni la settimana

In questa ottica di tagli ci sono alcune stranezze che saltano all’occhio delle schede regionali:

  • aumento di posti letto acuti a Feltre …un regalo all’ex-sindaco ora senatore della lega nord Vaccari!??!

  • rafforzamento dell’ospedale di Treviso (feudo elettorale di Zaia!?!)

  • nuovo ospedale a Verona, terra di assessori LEGHISTI della sanità veneta degli ultimi 13 anni!

Piove di Sacco verrà fortemente depotenziato a favore del nuovo ospedale che dovrà sorgere a Padova: una mega struttura di 600 milioni di euro. È la ripetizione dell’esperienza del nuovo ospedale all’Angelo di Mestre? dove la regione Veneto pagherà ai privati un canone annuo di 54 milioni 677 mila euro per l’investimento e i servizi offerti.

Intanto aumentano ticket e ambulatori privati!!

Nella conferenza stampa Zaia definisce “riforma epocale e senza tagli, con lo sguardo al futuro” … futuro roseo solo per i privati: guardatevi attorno come gli “studi convenzionati” stanno aumentando anche nel Piovese.

BASTA PRIVATIZZAZIONI

LA SANITà PUBBLICA è UN DIRITTO SAnCITO DALL’ART. 32 della COSTITUZIONE che proclama la salute come: “fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”

Fin dal 2006 CO.DE.SS. (Comitato della Sanità Saccense) aveva previsto e denunciato il progressive ridimensionamento dell’Ospedale di Piove Ci chiediamo perché le amministrazioni che si sono susseguite a Piove di Sacco e “dintorni” non si siano interessate prima di oggi al futuro del nostro ospedale!!!

ORA non possiamo e non dobbiamo più temporeggiare su promesse dell’assessore regionale per un reparto in più o in meno: L’OSPEDALE DI PIOVE DI SACCO NON DEVE CHIUDERE NESSUN REPARTO e di questo gli amministratori della Saccisica dovranno farsi carico!

CITTADINI DELLA SACCISICA NON MOLLIAMO LA PRESA

simbolo-fdsFederazione della sinistra , circolo di Piove di sacco

3 Comments

  1. Lorenzo

    Fosse un problema solo per la Saccisica… Ormai tutta la sanità è sotto tiro. Ribelliamoci!

  2. Associazione per la Difesa dei Diritti delle Persone Non Autosufficienti - Firenze

    Ho visto che molti sindaci, in Toscana, si stanno attivando contro la chiusura dei piccoli ospedali,fra questi il sindaco di Volterra Marco Buselli: sono contrari alla trasformazione dei piccoli ospedali in case della salute e hanno chiesto audizione a Remaschi. Mi pare ci siano anche il sindaco di Figline Valdarno e di San Marcello Oistoiese. Come abbiamo ipotizzato con chi era presente sabato 16 agosto al dibattito sulla sanità a Massa penso bisogna andare a breve ad un incontro regionale di quanti si sono e si stanno attivando sul tema salute, dato che le realtà sono sicuramente aumentate dall’ultimo incontro che abbiamo fatto , anche se molto disomogenee
    Coordinamento Regionale Toscano

  3. Maurizio

    Condivido l’osservazione di Lorenzo: solo che la sanità è “sotto tiro” da sempre e in particolare negli ultimi 10 anni: è un grosso mercato e fa gola a chi vive di profitto e questi a loro volta sono in grado di attrarre al loro progetto organizzate forze corporative. Quello che è grave e disarma il mondo del lavoro è il cambio di campo dei riformisti. Scriveva Rosy Bindi nel suo libro “la Salute Impaziente” del 2004 non si era visto, fino all’ora, i riformisti abbandonare le loro stesse riforme. In tutta Europa l’attacco alla sanità (e in generale allo Stato Sociale) è frontale e sta facendo arretrare le conquiste ottenute decenni fa (Riforma 833 del 1978; riforma 502 del 1992; riforma 229 del 1999) . Qui nella provincia di Padova la scelta in sanità è stata fatta, 10 anni fa, (agosto 2003 dibattito sul corriere Veneto) con l’area vasta che in pochi mesi è diventata area provinciale (delibera regionale del febbraio 2004): oggi sono alla fase conclusiva del loro progetto con l’ospedale unico della provincia di Padova sottraendo risorse alla periferia per dirottarle al centro.(altro che Roma ladrona: Lega e alleati ladroni!)
    E. Berlinguer sosteneva, nel tentativo politico che chiamò: ” compromesso di portata storica tra chi è solo interessato al quanto produrre e chi è interessato invece al che cosa e al perché produrre, che “Il capitalismo per sua natura conosce solo compatibilità e rapporti quantitativi, tra indici astratti. Porre al suo interno un problema di valori, di finalità, di obiettivi dell’accumulazione, di un intervento innovatore nell’assetto proprietario tale da spingere materialmente la struttura economica verso tali obiettivi, e fare di ciò oggetto e scopo di un impegno diretto e inusitato della classe operaia, significa aprire contraddizioni aspre nel complessivo processo economico e suscitare difese corporative potentissime. E ci rendiamo conto che anche per la classe operaia il cesare di dare per scontato che i problemi. dell’accumulazione e e della produzione siano lasciati in mano e comunque risolti dai capitalisti e il prendere invece coscienza che oggi è il suo dovere storico di assumerli su se stessa e farli propri… implica veramente un salto politico e culturale, comporta l’acquisizione di quella che oggi, con moda discutibile, viene chiamata <>”.
    In questo senso sono convinto (anche per la mia esperienza professionale di ortopedico) che la difesa cosciente e determinata della legislazione vigente sia un dato inevitabile di chi vuole difendere e migliorare quella grande impresa sociale che è il Sevizio Sanitario Pubblico.
    Bisogna rivendicare subito l’applicazione della legislazione (legge Turco) che impone che i tempi d’attesa per una prestazione con l’impegnativa siano identici a quelli per una a prestazione a pagamento anche nelle strutture private convenzionate. Poiché la medicina è una scienza in rapido sviluppo e, negli ultimi 20 anni almeno, le conoscenze scientifiche e le tecnologie sono talmente aumentate che uno specialista non è più in grado di avere competenze adeguate nell’ambito di tutta la sua specialità (gli specialisti si sono super-specializzati) si deve chiedere l’applicazione delle leggi esistenti (229/1999; DPCM 27 marzo 2000) che impongono la scelta una prestazione medica di qualità potendo scegliere, con l’impegnativa rossa del medico di medicina generale, il medico specialista all’interno di una singola specialità (il chirurgo della colonna, della spalla, della mano, del piede, ecc. all’interno dell’ortopedia a seconda degli incarichi professionali che la Direzione Generale ha conferito ai singoli medici). I signori sindaci, primi responsabili della salute dei loro cittadini, devono imporre (oltre alla qualità sopra ricordata) che le prestazioni specialistiche e super-specialistiche vengano effettuate nei distretti delle Ulss; per gli interventi chirurgici, o per i grossi esami, è logico spostarsi e la gente è disposta.
    A chi è interessato posso inviare la normativa al riguardo
    Maurizio