In Evidenza, Pace

Reportage da Gaza

 

24 LUGLIO 2014 – Da Gaza un gruppo di leader della Società Civile:
Noi non vogliamo “il ritorno a una morte vivente” di assedio e di blocco

Come studiosi, personaggi pubblici e attivisti che testimoniano il genocidio, previsto, di 1.800.000 Palestinesi che vivono nella Striscia di Gaza, chiediamo un cessate il fuoco con Israele solo a condizione della fine del blocco e il ripristino delle libertà fondamentali che sono state negate al popolo per più di sette anni.
Le nostre preoccupazioni principali  non sono solo per la salute e la sicurezza delle persone nella nostra comunità, ma anche la qualità della loro vita:
la  condizione obbligata  di vivere nella paura, non liberi sotto ingiusta detenzione, senza possibilità di  sostenere le propie  famiglie attraverso un lavoro retribuito,  di recarsi a visitare i  parenti, di  migliorare la propria istruzione.
Queste sono le aspirazioni fondamentali dell’uomo che sono state severamente limitate al popolo palestinese per più di 47 anni, ma nei fatti particolarmente negate alla popolazione di  Gaza dal 2007.
Siamo stati spinti oltre i limiti di ciò che un essere umano  può sopportare .
Una morte vivente

Giornalisti e  politici vari  accusano Hamas di ordinare ai residenti di Gaza di resistere di fronte all’ ordine di evacuazione delle forze armate israeliane e di usarli  come scudi umani: tali accuse  non sono vere.
Con i  rifugi temporanei  affollati non c’è alcun luogo sicuro a Gaza per la popolazione,  che si trova sotto indiscriminati  bombardamenti.
Inoltre  Hamas ha  rappresentato il sentimento della stragrande maggioranza della popolazione  quando ha respinto il cessate il fuoco unilaterale proposto da Egitto e Israele, una proposta senza consultare  Gaza. .
Condividiamo il sentimento pubblico, ampiamente dichiarato, che è inaccettabile ritornare allo  status quo in cui Israele continui a negare la libertà di movimento  verso la striscia di Gaza e fuori  dalla Striscia di Gaza; continui a  controllare e limitare gli arrivi delle forniture di vari materiali (tra cui il divieto per la maggior parte dei materiali da costruzione) e vietando contemporaneamente  tutte le esportazioni, paralizzando così l’economia, causa che ha determinato   per Gaza  uno dei  più alti tassi di povertà e disoccupazione dei paesi arabi.
Lasciare invariate le situazioni significa: proporre una  morte vivente.
Purtroppo, l’esperienza passata ha dimostrato che il governo israeliano rinnega ripetutamente gli accordi  negoziati, così come sugli i impegni presi. e le garanzie date.
Allo stesso modo, la comunità internazionale non ha dimostrato alcuna volontà politica nel far rispettare questi impegni.
Pertanto, si potrà parlare di  cessate il fuoco solo quando le condizioni degli accordi  determinano quanto segue:
La libertà di movimento dei palestinesi dentro e fuori la Striscia di Gaza.
Importazione ed esportazione illimitata di forniture e merci, provenienti  via terra, mare e aria.
Utilizzo  senza limiti di navigazione del porto di Gaza.
Monitoraggio e applicazione di questi accordi da parte di un organo nominato dalle  Nazioni Unite, con le opportune misure di sicurezza.

Ognuna di queste richieste è prerogativa dei paesi liberi,  è tempo che ai Palestinesi di Gaza vengano  riconosciuti  i diritti umani.

Sottoscritto:
Akram Habeeb, Assistant Professor of American Literature, Islamic University of Gaza (IUG)
Mona El-Farra, Vice President and Health Chair of the Palestinian Red Crescent Society
Ramy Abdu PhD, Chairman of the Euro-mid Observer
Abdullah Alsaafin, Palestinian Writer/journalist
Ali Alnazli, Businessman
Adel Awadallah, Head of the Scientific Research Council
Hanine Hassan, Graduate Research Assistant
Sheren Awad, Journalist
Yahia Al-Sarraj, Associate Professor of Transportation, IUG
Tawfik Abu Shomar, Writer and political analyst
Hasan Owda, Businessman
Ibrahim AlYazji, Businessman
Walid Al Husari, Chair, Gaza Chamber of Commerce
Nael Almasri, Dentist
Wael El-Mabhouh, Political researcher
Rami Jundi, Political researcher
Ashraf Mashharawi, Filmmaker
Mohammad Alsawaf, Journalist
Hasan Abdo, Writer and political analyst
Kamal El Shaer, Political researcher
Omar Ferwana, Dean of Medicine Faculty, IUG
Iyad I. Al-Qarra, Journalist, Palestine newspaper
Musheir El-Farra, Palestinian activist and author
Khalil Namrouti, Associate Professor in Economics, IUG
Moein Rajab, Professor in Economics, Al-Azhar University – Gaza
Basil Nasser, Planning advisor
Hani Albasoos, Associate Professor in Political Science, IUG
Arafat Hilles, Assistant Professor, Al-Quds Open University
Imad Falouji, Head of Adam Center for Dialogue of Civilizations
Moin Naim, Writer and political analyst
Yousri Alghoul, Author
Mohammad Jayyab, Editor of Gaza Journal of Economics
Mousa Lubbad, Lecturer in Finance, Al-Aqsa University
Iskandar Nashwan, Assistant Professor in Accounting, Al-Aqsa University
Shadi AlBarqouni, Graduate Research Assistant
Adnan Abu Amer, Head of Political Department, Al-Umma University
Wael Al Sarraj, Assistant Professor in Computer Science, IUG
Said Namrouti, Lecturer in Human Resource Management, IUG
Khaled Al-Hallaq, Assistant Professor in Civil Engineering, IUG
Asad Asad, Vice Chancellor for Administrative Affairs, IUG
Hazem Alhusari, Lecturer in Finance, Al-Aqsa University
Shadi AlBarqouni, Graduate Research Assistant
Deya’a Kahlout, Journalist, Al-Araby newspaper
Raed Salha, Assistant Professor in Geography, IUG
Sameeh Alhadad, Businessman
Tarek M. Eslim, CEO, Altariq Systems and Projects
Sami Almalfouh PhD, Senior engineer
Fayed Abushammalah, Journalist
Fadel Naeim, Chairman of Palestine Physicians Syndicate
Zeyad Al-Sahhar, Associate Professor in Physics , Al-Aqsa University
Iyad Abu Hjayer, Director, Palestinian Center for Democracy and Conflict Resolution
Wael Al-Daya, Associate Professor in Finance, IUG
Younis Eljarou, Head of the Red Crescent Society for the Gaza Strip
Donia ElAmal Ismail, Head of the Creative Women Association
Zeinab Alghonemi, Head of Women for Legal Consulting Association
Amjad AlShawa, Palestinian Nongovernmental Organizations Network (PNGO)
Mohsen Abo Ramadan, Head of Palestinian Nongovernmental Organziations Network (PNGO)
Abed Alhameed Mortaja, Assistant Professor of Linguistics, IUG
Talal Abo Shawesh , Head of Afaq Jadeeda Association
Zohair Barzaq, Red Crescent Society for the Gaza Strip
Marwan Alsabh, Red Crescent Society for the Gaza Strip
Ghassan Matar, Red Crescent Society for the Gaza Strip
Rania Lozon, Writer
Ashraf Saqer, IT Specialist
Samir AlMishal, Mishal Cultural Centre
Jamila Sarhan, Independant Commission for Human Rights
Jalal Arafat, Union of Agricultrual Work Committees
Khalil Abu Shammala, Aldameer Association for Human Rights
Jamila Dalloul, Association Head of Jothor ElZaiton
Maha Abo Zour, Psychologist
Psychologist Ferdous Alkatari
Yousef Awadallah, Health Work Committee
Yousef Alswaiti, Al-Awda Hospital Director
Taysir Alsoltan, Head of Health Work Committees
Taghreed Jomaa, Union of Palestinian Women’s Committees
Imad Ifranji, Journalist, Alquds TV
Jehal Alaklouk, Activist
Adel Alborbar, Boycott Committee
Hatem AbuShaban, Board of Trustees of Al-Azhar University – Gaza
Saleh Zaqout, Secretary of the Red Crescent Society for the Gaza Strip
Mohammed Alsaqqa, Lawyer
Nihad Alsheikh Khalil, Professor of Modern and Contemporary History, IUG
Mohsen Alafranji, Lecturer at Media Department, IUG
Nedal Farid, Dean of Business Faculty, Al-Aqsa University
Salem Helles, Dean of Commerce Faculty, IUG
Ahmad Ali PhD, Economic Analysis
Raed M. Zourob PhD, Head of the Department of Preventive Medicine, Ministry of Health
Mosheer Amer, Professor of Lingusitics, IUG
Moheeb Abu Alqumboz, Lecturer
Fatma Mukhalalati, Supreme Court judge
Fahmi Alnajjar, Supreme C

 

 

CONFERENZA STAMPA MINISTERO DELLA SALAUTE DI GAZA 22 LUGLIO 2014

Il Ministero della Salute a Gaza si rammarica che il Segretario di Stato USA John Kerry ha promesso di dare 47 milioni di dollari di aiuti umanitari a Gaza, mentre allo stesso tempo fornisce oltre 3 miliardi di dollari all’ anno per armare Israele e mantenere la crisi..
Le brutali aggressioni militari israeliane delle ultime due settimane, in gran parte finanziati e/o attrezzate dagli Stati Uniti, hanno ucciso 605 palestinesi e ferite 3.805, oltre il 76% erano loro case.
Sei ospedali e sette cliniche sono stati attaccati, alcuni più volte, distruggendo completamente una clinica e costringendo l’evacuazione completa dei due ospedali. La banca del sangue, depositi di ambulanza e servizi di primo soccorso sono stati presi di mira, e dal 6 luglio u.s. 12 ambulanze sono state distrutte..
36 farmaci essenziali sono a zero stock, e 85 vicino allo zero, mentre 475 materiali sanitari monouso sono a scorta zero, con altri 71 a esaurirsi in poche ore.
Il personale medico ed i pazienti non sono in grado di accedere a ospedali e cliniche a causa di attacchi militari.
Il ministro dell’economia Mohammad Mustafa stima che 47 milioni di dollari promessi dagli Stati Uniti sono una minima parte rispetto ai 3 miliardi di dollari di perdite fino ad ora calcolate a Gaza a causa dell’offensiva israeliana.
Certamente i 60 milioni di dollari, indicati dalla OMS e dal Ministero della Sanità Palestinese, non saranno sufficienti a garantire le forniture di medicine, per la cura dei pazienti, cifra calcolata dopo soli quattro giorni di attacchi, quando si contavano solo 570 persone ferite.
Mentre il Ministero della Salute deve accogliere favorevolmente ogni centesimo che può essere messo a disposizione per affrontare la crisi del settore sanitario di Gaza, è inaccettabile che vengano accreditati i finanziamenti decisi dagli Stati Uniti che sono collusi con i danni e di costi causati dagli attacchi israeliani.
Si auspica la fine del sostegno degli Stati Uniti al progetto coloniale israeliano, e un inizio a una soluzione giusta ed equa basata sul riconoscimento di pari diritti, all’ autodeterminazione del popolo Palestinese e uguale diritto alla sicurezza.
Il Ministero della Salute rileva la grande disparità ragioni che israele porta a giustificazione delle atrocità commesse a Gaza, e cioe’ che sta proteggendo i suoi cittadini dai razzi palestinesi ed i fatti riscontrati sul terreno.
Durante tutta questa offensiva, 27 dei 29 israeliani uccisi dal fuoco palestinese, sono soldati; uno dei due “civili” era al servizio dei militari. Ciò significa che il 96% dei morti israeliani sono militari solo il 4% civili. Secondo i rapporti ONU gli attacchi israeliani hanno colpito per il 20% combattenti e per l’80% civili. Chi è il terrorista, signor Kerry?
Questo sfrenato terrorismo di israele e il sostegno finanziario degli Stati Uniti devono cessare immediatamente.
Il Ministero della Salute di Gaza richiede:
1. la fine delle aggressioni israeliane criminali e sproporzionate contro la Striscia di Gaza;
2 la fine al sostegno finanziario degli Stati Uniti alla macchina da guerra israeliana che sta scatenando il caos nella vita dei palestinesi, e creando una crisi nel settore umanitario e sanitario;
3 la fornitura del combustibile e articoli medici per assicurare un’adeguata assistenza sanitaria alle migliaia di feriti.;
4. la cessazione immediata dell’assedio su Gaza per consentire le forniture di carburante, medicine e dare libera circolazione a medici e pazienti;
5.il riconoscimento di israele responsabile dei crimini di guerra commessi contro civili, ospedali, cliniche e personale medico.

Dr Yousef AbuAlrish, Deputy Minister of Health

Dr Medhat Abbas, Director General, Ministry of Health

 

 

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