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NO ALLA VENDITA DELLE QUOTE ACQUA. L’ACQUA E’ UN BENE DI TUTTI NON DEL SINDACO – Report assemblea pubblica di Voltabrusegana (27/11)

NO ALLA VENDITA DELLE QUOTE ACQUA

L’ACQUA E’ UN BENE DI TUTTI NON DEL SINDACO

SCORPORIAMO LA GESTIONE DELL’ACQUA DALLA MULTIUTILITY HERA

In questi giorni, da alcuni articoli dei giornali leggiamo che il sindaco Bitonci vuole vendere la parte delle azioni AcegasApsAmga gruppo Hera non sottoposte al vincolo stabilito dal “patto di sindacato” con l’intento “di recuperare circa 26 milioni di euro da spendere”, così afferma il sindaco Bitonci, “per l’attuazione degli indirizzi generali di governo”, e aggiunge “è una decisione economica e non politica, utile a non incorrere in mutui e spese passive” Il sindaco Bitonci mette subito in pratica, allineandosi a quello che diceva Zanonato da sindaco e poi da Ministro, e che ora Il governo Renzi sta attuando attraverso la Spending Review, lo Sblocca Italia e la Legge di Stabilità e cioè vendere le quote delle partecipate per fare cassa. Gli importi recuperati (per premio) non saranno sottoposti al vincolo del patto di stabilità. Le forze politiche che Bitonci rappresenta, quando erano all’opposizione avevano votato contro l’operazione di fusione per incorporazione di AcegasAps Holding s.r.l. (la finanziaria che consentiva ai Comuni di Padova e Trieste di controllare AcegasAps s.p.a.) in Hera s.p.a. , perché annullava il peso maggioritario dei due comuni in AcegasAps nella gestione dell’acqua. Noi cittadini sapevamo che quell’operazione allontanava la possibilità di noi cittadini-utenti dei servizi pubblici locali (acqua, in primis) di esercitare un controllo reale su beni così essenziali alla vita della nostra comunità. Ora queste forze, addirittura vendono quote di un bene che non è loro, ma di tutti noi cittadini, continuando così la privatizzazione di un bene comune per eccellenza com’è l’acqua e la sua gestione. Il Partito Democratico, ora all’opposizione, non è contrario alla vendita, ma solamente vuole che si sappia dove il sindaco vuole spendere i soldi recuperati. Tutti se ne fregano della vittoria referendaria che diceva SI alla gestione pubblica e NO al profitto in bolletta. E il patto di sindacato scade a fine anno (31/12/2014). Cosa accadrà dopo possiamo immaginarlo. Ferrara e Forlì hanno già annunciato di volersi sfilare e i piccoli comuni strozzati dai debiti e dal taglio delle entrate da parte del governo venderanno le loro quote per delle briciole e per fare cassa. E’ sotto gli occhi di tutti che quando il servizio idrico è gestito da società per azioni (s.p.a.), per di più quotate in borsa come Hera o la stessa AcegasAps (già prima della fusione), parlare di maggioranza pubblica del capitale sociale (o di sindacato di blocco che vincola il 51% del capitale sociale) per sottintendere indirizzi gestionali coerenti con gli interessi delle comunità cui quel servizio è rivolto è pura falsità. Perché lo scopo di queste società (pubbliche, private o miste che siano) non è l’equità del servizio, la riduzione degli sprechi di acqua e della produzione dei rifiuti, la salvaguardia della salute dei cittadini e dell’ambiente etc. ma, viceversa, l’appetibilità del proprio titolo sul mercato azionario (di rischio) garantita dalla distribuzione puntuale dell’immancabile utile, costi quel che costi (e talvolta questi costi possono essere davveromostruosi, come ci rivela la scandalosa inchiesta di Report del 16 novembre u.s. su Rai Tre, dove si mostra come i responsabili Hera della sede di Bologna abbiano nascosto di fronte ai malori dei loro dipendenti che la sede è costruita sopra una ex discarica di prodotti cancerogeni). Così, i veri padroni della società non sono i piccoli o grandi Comuni azionisti, in perenne conflitto di interesse, ma gli strapagati manager che la dirigono, sempre pronti a dare ai soci quel che i soci chiedono… e per fare questo si indebitano sempre di più, tanto paghiamo noi non loro. Il debito miliardario che affligge Hera non è purtroppo un caso isolato. La presenza del pubblico in queste multiutility serve per avere la possibilità di privatizzare gli utili e pubblicizzare le perdite. Ecco perché ricondurre in mano pubblica, vale a dire ad una gestione realmente democratica e partecipata acqua e servizi pubblici locali come trasporti e rifiuti. vuol dire innanzitutto eliminare il profitto dalla tariffa -come sancito dal 2° quesito referendario- e prefigurare per questi beni una forma gestionale come l’azienda speciale consortile. Si tratta di due condizioni inscindibili e imprescindibili, chiaramente enucleate nella nostra legge di iniziativa popolare (Lip) alla cui lettura caldamente invitiamo tutte e tutti. Come Comitato e cittadini pensiamo che i 12 sindaci facenti parte del gestore AcegasApsAmga, a cominciare da Padova che ne è il comune più grande, dovrebbero fare una seria valutazione dell’ipotesi di scorporare il servizio idrico da Hera per ricondurlo sotto la piena sovranità delle loro comunità. (La concessione ad AcegasApsAmga del comune di Abano scade il prossimo anno). Non quella “farsa concessa” da Zanonato per avere il voto di SEL al momento dell’incorporazione di AcegasAps in Hera nel settembre 2012. Il sindaco Bitonci e tutti gli altri 11 sindaci oppongano, in seno all’assemblea di Bacino Bacchiglione, il fermo no della loro amministrazione al truffaldino Metodo tariffario idrico (MTI) dell’Authority dell’energia il gas e il servizio idrico (AEEGSI) che, in barba ai referendum, ha reinserito il profitto nella bolletta dell’acqua e che ora pesa ben il 21% sull’importo pagato. Metodo tariffario che ha fatto lievitare la tariffa dal 2012 a oggi del 20,8% con un incremento annuo del 6,5%. Perché truffe come quella dei rimborsi della mancata depurazione delle acque reflue, portata alla luce dal nostro Comitato, non abbiano più a verificarsi; perché i cittadini padovani non debbano continuare all’infinito ad autoridursi la bolletta dell’acqua della componente di profitto (21% ) eliminata dai referendum (campagna di Obbedienza Civile) in risposta all’insipiente e arrogante atteggiamento del gestore AcegasApsAmga e di tanta parte della classe politica, nazionale e locale, incapace di rispettare la loro volontà. Infine chiediamo pubblicamente ai Consiglieri del M5Stelle e di Padova 2020 cosa pensano e cosa hanno intenzione di fare rispetto a questi problemi. Perché… si scrive acqua, si legge democrazia.

COMITATO PROV. 2 SI ACQUA BENE COMUNE ­ PADOVA Padova, novembre 2014

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Report assemblea pubblica di Voltabrusegana (27/11) + elenchi aventi diritto al rimborso

Hanno partecipato 60-70 persone, in maggioranza abitanti del quartiere.

 

Ha introdotto Alessandro Punzo, facendo il punto della situazione, per quanto riguarda sia la mancata applicazione del referendum e la conseguente campagna di obbedienza civile, che la vittoria ottenuta con i rimborsi della mancata depurazione.  In proposito è stato sottolineato il fatto che molti utenti sono stati esclusi dal rimborso, in maniera a nostro avviso ingiustificata e che quindi occorre continuare la lotta nei confronti di Acegasaps, lotta che va proseguita anche e soprattutto con la campagna di autoriduzione della quota di profitto applicata nelle bollette dell’acqua. Proprio perché le due campagne sono profondamente connesse Alessandro Punzo a nome del Comitato ha lamentato la scarsa presenza tra gli autoriduttori proprio di coloro che hanno fatto istanza di rimborso della tariffa depurazione.

Gianni Sbrogiò ha poi analizzato i due diversi elenchi di utenti – pubblicati sul sito di Acegasaps -aventi diritto al rimborso per mancata depurazione (vedi allegati 12-11-2014Depuraz d ante2008 e post2008) e di utenti non allacciati alla fognatura aventi diritto al rimborso solo previa istanza (allegato 12-11-14 Fognat e Depuraz). Inoltre, sono stati illustrati i quesiti inviati ad Acegasaps (che non ha ancora risposto), riguardanti:

  • l’assenza dagli elenchi di 9 dei 12 comuni serviti da Acegasaps;
  • la segnalazione di utenti che, non essendo allacciati alla fognatura e non  avendo mai pagato né fognatura né depurazione, si vedono ora addebitare in bolletta la fognatura;
  • la segnalazione di utenti che non sono stati rimborsati, mentre altri abitanti nella medesima strada hanno ricevuto il rimborso;
  • la segnalazione di una vasta area del quartiere Voltabarozzo che è stata esclusa dai rimborsi, pur non usufruendo della depurazione fognaria.

Alcuni utenti – abitanti nelle vie Monferrato, Polveriera, Carnia e Friuli -  sono intervenuti segnalando che da circa tre bollette si vedono addebitare la fognatura, che non avevano mai pagato in precedenza, ma le fognature non ci sono.

Un utente di via Decorati ha illustrato il suo caso: Acegasaps gli ha rilasciato una dichiarazione scritta che a casa sua non c’è né ci può essere allacciamento fognario; quest’anno si è visto accreditare in bolletta sia fognatura che depurazione, è andato più volte a protestare, alla fine è venuto da noi, si autoridotto la bolletta del 21% e anche di depurazione e fognatura indebitamente addebitate. Inoltre ha segnalato che da parecchi mesi c’è nella strada poderale che porta alla sua abitazione un tubo rotto che versa l’acqua potabile nel fosso, mentre Acegasaps, che ha causato il danno, nonostante le segnalazioni, non lo ripara.

Alla fine le proposte sono state le seguenti:

  • continuare ed estendere la pratica dell’autoriduzione della quota di profitto dalle bollette dell’acqua, garantendo un sostegno anche economico e di partecipazione attiva alle attività del comitato;
  • una volta acquisita la risposta in merito di Acegasaps, organizzarsi per vie con un’istanza-reclamo specifica e autoridurre anche le quote di fognatura e depurazione indebitamente attribuite.

A conclusione dell’assemblea i partecipanti provvisti di codice utente (NIC) hanno potuto consultare direttamente sul posto gli elenchi sopra menzionati grazie la presenza di un computer portatile.

per contatti: acquabenecomune.pd@gmail.com

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