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[Aggiornamento] Manifestazione a Padova sulla scuola il 26 giugno. Il PRC Veneto sul ddl Scuola

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il-lavoro-mobilita-luomoIl governo intende forzare la mano e fare approvare la prossima settimana, con un maxiemendamento e ponendo la fiducia, il suo disegno di legge della cosiddetta “buona scuola”, mostrando arroganza ed un atteggiamento di disprezzo nei confronti dei moltissimi insegnanti, personale ATA, studenti e genitori che con varie e diffuse forme di protesta hanno dimostrato la loro netta contrarietà.

Le bugie di regime che circolano sui maggiori media nazionali fanno intendere che se non passasse il testo di legge, salterebbe la stabilizzazione di 100mila docenti precari. Non è così, se lo volesse davvero, il governo avrebbe tutti i modi di stralciare la norma sulle assunzioni dal DDL presentato alle Camere. La via della rapida approvazione del testo, all’interno del mondo della scuola, pare essere sostenuta solo dai dirigenti che fanno riferimento all’Associazione Nazionale Presidi, mentre la mobilitazione unitaria, che si è sviluppata in tutto il Paese, non accetta il ricatto governativo e chiede con forza il ritiro del DDL e lo stralcio della parte relativa alle assunzioni.

Questo movimento rappresenta una straordinaria prova di democrazia e di partecipazione ed ha già ottenuto l’importante risultato di ridare la parola ai soggetti protagonisti del mondo dell’istruzione, che non accettano più imposizioni dall’alto ed ulteriori sacrifici per se stessi e per il servizio che negli ultimi anni ha subito una drastica riduzione dei finanziamenti pubblici, facendo crollare l’Italia all’ultimo posto della classifica dei Paesi europei per spesa per l’istruzione, dietro a Spagna e Portogallo, con l’attuale 4,6 % del PIL, (percentuale che si vuole ulteriormente ridurre portandola al 3,3% nel 2030). Si tratta, quindi, di una mobilitazione che chiede una inversione di tendenza rispetto al processo di smantellamento della scuola pubblica che questo governo, in continuità con i precedenti, sta portando avanti su mandato dei poteri forti, a partire da Confindustria. Il modello di scuola che vorrebbero imporci è ispirato a criteri aziendalistici e privatistici, aumenterebbe di fatto le differenze tra i cittadini e calpesta i principi costituzionali, quali la libertà di insegnamento e le pari opportunità per ciascuno studente, indipendentemente dal ceto sociale di provenienza.

E’ un movimento che difende e rilancia la scuola della Costituzione, dimostrando con i fatti e non con le parole, l’attualità dei valori della carta nata dalla Resistenza antifascista, in primis il fondamentale concetto democratico della sovranità popolare, un concetto che è bene ribadire a chi ci governa a Roma ed in Regione.

A proposito, infatti, delle recenti inopportune parole dell’ assessore regionale Elena Donazzan, che ha criticato la scelta di proporre agli esami di Stato un tema sulla Resistenza, argomento che a suo dire avrebbe stancato e che non interesserebbe più a nessuno, rispondiamo che per noi l’attualità di quei principi è incontestabile, come il fatto che la democrazia si difende con la partecipazione dal basso, come sta dimostrando lo straordinario movimento della scuola.

Rifondazione Comunista del Veneto

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