Comunicati, In Evidenza, Regione Veneto, Trasporto Pubblico

Non ci voleva la sfera di cristallo per prevedere il caos che ieri si è verificato nel trasporto pubblico locale

Nel Veneto, era scontato che in certi orari e su alcune linee si sarebbe determinata una situazione di totale annullamento dei criteri di distanziamento necessari per prevenire una ulteriore diffusione del virus, a fronte della riduzione delle corse e con un 1.200.000 lavoratori che riprendevano il lavoro. Le foto che abbiamo diffuso, e quelle che sono state pubblicate da tutti i media, parlano chiaro. È mancata qualsiasi capacità di gestione e programmazione.

In queste settimane abbiamo visto un controllo ossessivo del territorio con droni, elicotteri e pattuglie di tutta la pletora di polizie di cui è ricco il nostro paese e persone multate per essersi allontanate da casa qualche metro in più di quelli previsti. Abbiamo visto il controllo di argini e parchi ritenuti luoghi di possibile diffusione del Covid 19. Ieri, ma era già successo nella settimana precedente, abbiamo invece  visto lavoratori e lavoratrici, costretti ad usare i mezzi pubblici, ammassati come sardine negli orari di punta senza nessuna cautela per la loro sicurezza e zero controlli.

Il lockdown è finito dichiara Zaia: i fatti gli danno pienamente ragione. Mentre tutti gli scienziati, gli operatori della sanità pubblica non perdono occasione per ricordare che non siamo ancora usciti dalla pandemia e il pericolo che si riaccenda permane, la volontà di rimettere comunque in moto la macchina delle attività produttive anche non essenziali, non si ferma di fronte alla incapacità manifesta di mettere in sicurezza chi deve andare a lavorare.

Una situazione intollerabile di cui sono chiare le responsabilità di chi dovrebbe tutelare la nostra salute a cominciare da prefetti e sindaci che si sono prodigati in queste settimane nella retorica della lotta contro la pandemia e nei richiami al senso di responsabilità di cittadine e cittadini.

Le foto pubblicate – e quelle che anche noi abbiamo ricevuto – sono un atto di accusa e sottolineano la incapacità e le inadempienze.

Alle lavoratrici e ai lavoratori ricordiamo ancora una volta che la legge li tutela e che non sono costretti a lavorare, né recarsi al lavoro se la loro salute è messa in pericolo. Ricordiamo loro che si devono rifiutare di salire sui mezzi quando non ci sono le condizioni necessarie di sicurezza, e di protestare e denunciare queste situazioni.

Rifondazione Comunista è pronta a raccogliere le loro denunce e ad attivare le procure e i magistrati del lavoro con iniziative giudiziarie specifiche. La nostra salute vale più del profitto.

 

Rifondazione Comunista Veneto

1 Comment

  1. francesca

    Carissimi,
    segnalo che l’autobus 14 oggi era strapieno, cosi come gli altri giorni, e tutto questo perché hanno tolto il 16 che parte da rio ( isolata da due mesi) che passa sulla strada piovese, non si rispettano le distanze ho fatto diverse telefonate, mail ai vari assessori e al settore mobilità ma niente è cambiato! Pago 300€ euro di abbonamento e vorrei essere tutelata. Vorrei denunciare questa situazione assurda e Busitalia che pensa solo ai propri bilanci!