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Elezioni Regionali: nota di Paolo Ferrero

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Paolo Ferrero

Oggi la Direzione Nazionale di Rifondazione ha deciso all’unanimità il commissariamento della Federazione di Venezia. Chi vuole capire perché questo è avvenuto può leggere questa nota che ricostruisce cosa è accaduto.

A partire dalla scorsa estate il gruppo dirigente del Veneto ha posto il problema di lavorare per l’unità a sinistra anche in vista delle future elezioni regionali. Condividendo pienamente il ragionamento, il sottoscritto ha partecipato alla festa di Venezia conclusasi al 7 settembre, ad un dibattito coordinato da Dino Greco, con Gianni Rinaldini e Nicola Fratoianni sul tema dell’unità a sinistra. Credo esista il video dell’incontro e mi pare che il mio dire sul PD sia inequivoco.
Nei mesi successivi il tema dell’unità della sinistra quale condizione per avere un positivo risultato elettorale nel Veneto è stato discusso informalmente più volte, così come si è ragionato su quale rapporto avere con il centro sinistra, così come si è convenuto che – per quanto riguardava le elezioni comunali di Venezia – la candidatura del Senatore Felice Casson poteva diventare un punto di convergenza unitario di tutta la sinistra e costituire un segnale di controtendenza forte relativamente alla linea politica del PD di Renzi.
Riporto questi fatti in quanto da alcuni dirigenti di Venezia vengo oggi accusato nella sostanza di aver dato il via libera all’accordo con la Moretti e poi di essermi sostanzialmente rimangiato quanto detto.
Si tratta ovviamente di una menzogna ma sono consapevole che per quanto riguarda i colloqui privati la mia parola vale quanto quella di un altro compagno. Per evitare di fare polemiche inutili che non servono a chiarire nulla, mi pare allora utile ricordare i passaggi politici a cui hanno partecipato più persone in modo da poter verificare le posizioni effettivamente espresse senza che queste vengano stravolte e piegate a proprio piacimento.
Il 19 dicembre u.s. il sottoscritto ha partecipato ad una assemblea pubblica a Mestre che doveva servire a ufficializzare il dialogo con Casson ed in prospettiva a lanciare la sua candidatura a sindaco. Percorso che com’è noto ho sempre sostenuto in quanto Casson rappresenta una netta discontinuità rispetto a Renzi e al gruppo dirigente del PD Veneziano.
Parallelamente chiesi al segretario regionale del Veneto di tenere – in occasione della mia andata a Venezia – un primo incontro sulle regionali. All’incontro del 19 dicembre sera, parteciparono il segretario provinciale di Venezia Bonifacio, Palomba di Padova, Foresti di Rovigo e Pettenò e Bonzio di Venezia, mentre il segretario regionale non c’era perché malato.
Nel corso di quell’incontro – che è stato il primo momento di discussione ufficiale tra il sottoscritto e il regionale del Veneto, ho posto una domanda, avanzato una critica e una proposta.
La domanda era se la partecipazione alle primarie di Venezia contemplava anche un accordo sulla regione Veneto. A questa domanda mi è stato risposto di no, nel modo più assoluto.
Ho poi avanzato una critica alla gestione del rapporto con l’Altra Europa sottolineando un disimpegno non condivisibile del partito in particolare per quanto riguardava la situazione veneziana.
Da ultimo ho avanzato una proposta precisa. In considerazione del lavoro unitario svolto con SEL – in assenza di una scelta chiara sul terreno della collocazione politica della lista unitaria e delle specificità del veneto – ho proposto di legare il rapporto unitario con SEL alla condizione che la collocazione politica della lista unitaria fosse decisa entro il mese di gennaio attraverso una consultazione democratica sul territorio. Ho cioè proposto di collegare la scelta dell’unità a sinistra alla scelta dell’attivazione di un percorso democratico sulla collocazione della lista in modo da poter coinvolgere positivamente i partiti, l’Altra Europa e il complesso di forze disponibili a costruire una lista unitaria. Ho altresì proposto che appena dopo l’accordo con SEL – ed in ogni caso entro la fine di gennaio – si tenesse il Congresso regionale veneto di Rifondazione Comunista in cui il gruppo dirigente uscente proponesse di collocare la lista di sinistra fuori dal centro sinistra. Si trattava di una proposta articolata, pensata appositamente per valorizzare il percorso fatto dal regionale Veneto di dialogo con SEL e nello stesso tempo – visti i rapporti di forza sul territorio e la presenza nella stessa SEL di posizioni articolate per quanto riguarda il rapporto con il PD – in grado di avere una sufficiente tranquillità sulla collocazione della lista al di fuori del centro sinistra.
Questa proposta che mi pareva fosse stata considerata positivamente nella riunione del 19 dicembre a Venezia ed è stata a lungo ribadita nelle mie conclusioni della riunione nazionale dell’11 gennaio u.s. a cui hanno partecipato i gruppi dirigenti di tutte le regioni interessate al voto, tra cui il gruppo dirigente del Veneto.
Il problema è che questa proposta – reiterata più volte verbalmente – è letteralmente caduta nel vuoto. Questa proposta non è stata seguita dal gruppo dirigente del Veneto e nessun accordo in tal senso è stato costruito con SEL, nonostante la nostra grande forza contrattuale, avendo noi in Veneto – a differenza di SEL – il consigliere regionale e non avendo quindi in quella realtà la necessità di raccogliere le firme per presentare le liste.
Non avendo seguito questa indicazione, quando a cavallo tra febbraio e marzo SEL ha deciso di andare in coalizione con il centro sinistra, il partito in Veneto si è trovato completamente privo di linea politica.
In quel contesto ho chiesto in data 24 febbraio al segretario regionale di organizzare un attivo regionale degli iscritti e delle iscritte del partito per fare una discussione larga ed approfondita sul da farsi, anche perché in questi mesi non è mai stato riunito nemmeno il Comitato Regionale del partito per discutere della situazione.
Il segretario regionale si è rifiutato più volte di convocare un attivo regionale e ha chiesto l’immediata convocazione del congresso regionale, dopo che per oltre un anno il regionale del veneto non aveva ritenuto di dover fare il congresso (caso anche questo unico in Italia).
A fronte del reiterato rifiuto di aprire una discussione attraverso un attivo regionale degli iscritti e delle iscritte – cosa mai successa nella storia di Rifondazione Comunista – la segreteria nazionale ha chiesto in data 2 marzo ai segretari provinciali di organizzare attivi degli iscritti in modo che si potesse dar corso ad una discussione e ad un coinvolgimento degli iscritti e delle iscritte, come si conviene in un partito democratico come Rifondazione Comunista.
A questa richiesta hanno risposto positivamente varie federazioni provinciali ma vi è stato un rifiuto del gruppo dirigente della federazione di Venezia, che ha convocato un Comitato Federale ma non ha voluto convocare un attivo degli iscritti.
Ci troviamo quindi di fronte ad una situazione grave in cui il gruppo dirigente regionale non solo ha nei fatti messo nelle mani del gruppo dirigente di Sel la decisione sulla collocazione politica di Rifondazione Comunista nelle prossime regionali, ma si è rifiutato di aprire una discussione politica che coinvolgesse il complesso degli iscritti e delle iscritte per ragionare collettivamente su questa grave situazione.
In questo contesto la segreteria nazionale ha ritenuto che oltre al congresso regionale – convocato per il 15 marzo – fosse necessario dar vita ad una consultazione di tutti gli iscritti e le iscritte in modo da avere una discussione vera, larga e coinvolgente su cosa fare nelle elezioni regionali. La Direzione nazionale dell’8 marzo ha quindi convocato – a norma di Statuto – la consultazione per il 21 marzo. Riteniamo infatti che nella storia di Rifondazione Comunista, la democrazia interna è stata nel bene e nel male una costante di cui andare fieri e nessun gruppo dirigente può impedire che gli iscritti e le iscritte possano democraticamente discutere e decidere sulle scelte che li riguardano. Parallelamente la Direzione Nazionale ha assunto a larga maggioranza una posizione politica che proponeva di costruire per le prossime elezioni regionali liste unitarie di sinistra esterne al centro sinistra.
Il congresso regionale del Veneto tenutosi il 15 marzo ha deciso a maggioranza di costruire una lista unitaria di sinistra alternativa al centro sinistra.
La consultazione del 21 marzo, dopo essere stata salutata positivamente dal gruppo dirigente veneziano, è stata sconvocata dal segretario di Venezia nella serata del 20 marzo. In questo modo i compagni e le compagne iscritte al Partito a Venezia non hanno potuto esercitare il loro diritto di voto nella consultazione. La motivazione addotta dal segretario di Venezia è che la presenza di compagni e compagne della direzione nazionale agli attivi di circolo di Venezia si sarebbe configurata come una “operazione di polizia che la federazione veneziana non può tollerare”.
Al di la delle forme insultanti, il regolamento della consultazione varato dalla direzione prevedeva la possibile presenza agli attivi di circolo di compagn@ del Comitato Politico Federale, del Comitato Regionale o della direzione nazionale e prevedeva che questi potessero intervenire in modo da garantire la presenza nel dibattito delle due posizioni sottoposte a consultazione.
La scelta del gruppo dirigente della Federazione di Venezia di non tenere la consultazione è stata quindi l’ennesimo atto finalizzato ad impedire che i singoli compagni e compagne della federazione di Venezia potessero discutere sulle prossime regionali avendo contezza delle posizioni in campo.
Concludo riassumendo i comportamenti inaccettabili tenuti dal gruppo dirigente della Federazione di Venezia:
1) Il rifiuto di convocare l’attivo degli iscritti alla presenza di un compagno della direzione nazionale.
2) La sconvocazione e quindi il boicottaggio della consultazione degli iscritti decisa dalla Direzione Nazionale.
In Rifondazione Comunista le posizioni politiche diverse sono un fatto normale, come in ogni democrazia. La cosa inaccettabile è il comportamento feudale di un gruppo dirigente che impedisce ai suoi iscritti di discutere e di decidere sulle scelte che li riguardano. Per questo la federazione di Venezia è stata commissariata.

 

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