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Appello delle Città in Comune: Insieme davvero

Fonte: http://www.rifondazione.it/primapagina/?p=27828

Car* tutt*,
nei giorni scorsi ci siamo incontrati tra alcuni amministratori, esponenti associativi e promotori delle assemblee di Roma e di Bologna del dicembre scorso per valutare come proseguire il percorso intrapreso. Ne è scaturito l’appello che vi alleghiamo e la proposta di organizzare un seminario sui temi delle modalità con cui il percorso possa concretamente proseguire.
Il seminario si terrà a Roma domenica 19 marzo e sarà preparato, per avere una prima proposta da discutere, con una riunione più ristretta il 5 marzo.
Nello spirito inclusivo e di volontà di allargamento che ha contraddistinto sinora il percorso il seminario risulterà copromosso da tutti coloro che comunicheranno la partecipazione.
Nei limiti del possibile vi chiediamo di preparare l’incontro con riunioni locali.

Giorgio Airaudo
Fabio Alberti
Ciccio Auletta
Maria Luisa Boccia
Giusto Catania
Emily Clancy
Barbara Evola
Stefano Fassina
Adriano Labbucci
Giulio Marcon
Federico Martelloni
Sandro Medici
Gianni Principe
Marco Ravera
Basilio Rizzo
Raffaele Tecce
Riziero Zaccagnini

Insieme: davvero.

Due mesi sono trascorsi dalle belle assemblee di Roma e Bologna. Due mesi di iniziative diffuse, che hanno consolidato positive esperienze di lavoro comune, aperto, inclusivo. Liste di cittadinanza e di alternativa, reti associative, comitati, campagne hanno raccolto la sfida della costruzione di un processo nuovo, partecipato, rispettoso delle identità ma non identitario, per dire no alle politiche di austerità e alle politiche liberiste, per riaffermare da sinistra il primato della persona sulla finanza.

Un percorso che si arricchisce giorno dopo giorno di contenuti, pratiche e conflitti provenienti da ogni parte d’Italia, legati dall’esigenza di partecipare attivamente alla costruzione dal basso di un progetto e di uno spazio sociale, politico e culturale autonomo ed alternativo al PD e alle sue politiche, al centro-sinistra e alle larghe intese, per darsi e offrire un’opportunità di impegno a quante e quanti non si riconoscono nelle scelte dei recenti governi, e di chi chiuso nel palazzo gestisce il potere secondo i propri peculiari interessi e quelli della finanza e del profitto. Un percorso che costruisce il terreno comune di un’azione programmatica e politica tra soggetti diversi, segnando una discontinuità con il passato senza scorciatoie politiciste e valorizzando le diverse esperienze, le donne e gli uomini che vorranno dare il proprio contributo a questo itinerario in comune.

Sui territori, nella nostra azione quotidiana come nella recente battaglia referendaria, siamo strenui difensori della Costituzione contro il tentativo di omologazione al pensiero unico di Renzi e dei suoi sodali: abbiamo riaffermato i principi e le finalità della Costituzione, anche e soprattutto per la sua forza evocatrice di giustizia sociale e di lotta alle disuguaglianze. Lo abbiamo fatto nella consapevolezza che tale forza nasceva da un confronto alto tra modelli socio-economici contrapposti e quindi dal riconoscimento profondo della sua valenza sociale. Proprio quello che Renzi in ossequio al modello liberista volevano e vogliono rimuovere. Il nostro impegno quindi deve essere rivolto in prima istanza all’applicazione profonda del progetto costituzionale, impegno che – nel rispetto delle origini della nostra Carta fondamentale – deve essere altrettanto forte nella definizione e nell’attualizzazione di modelli sociali ed economici alternativi a quello che dominante che sta schiacciando la dignità delle persone e dei territori. Ribadiamo la necessità di ribadire il principio della pari dignità delle diverse forme di una politica diffusa e plurale: tutte le soggettività (partiti, associazioni, movimenti, ecc.) contribuiscono con la loro specificità ed il loro ruolo nella costruzione del cambiamento. Questo valore deve trovare concreto riconoscimento nella costruzione di uno spazio plurale e partecipato, senza primati e senza gerarchie.

Serve un progetto fortemente partecipato che muova dalle battaglie che quotidianamente portiamo avanti dentro e fuori le istituzioni nei nostri territori e dalla mobilitazione di associazioni, campagna e movimenti: il superamento del vincolo del patto di stabilità per garantire servizi davvero pubblici, come una capillare e accessibile mobilità collettiva; un progetto per la piena e buona occupazione ripristinando ed estendendo i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, per il carattere pubblico e universale del diritto alla salute, il diritto all’abitare, il riutilizzo e il recupero del patrimonio edilizio. Ancora, un progetto per la messa in sicurezza del territorio con le mille piccole opere necessarie al posto di grandi opere inutili; per il risparmio energetico e le energie rinnovabili nel solco di un rigoroso rispetto dell’ambiente, del paesaggio e della salute umana. Occorre favorire le esperienze di riappropriazione e di uso collettivo degli spazi inutilizzati, preservare il territorio da un uso indiscriminato e predatorio quale quello spesso messo in atto dalle multinazionali. In questa agenda devono comparire come centrali questioni come la difesa del carattere pubblico del sistema dell’istruzione, il rilancio del servizio sanitario nazionale, la tutela dei diritti e l’inclusione dei migranti ed un welfare effettivamente universalistico. Inoltre per dare forza a questa agenda dobbiamo assumere come centrale il tema della riconversione civile dell’economia, attraverso la smilitarizzazione dei territori, la riduzione delle spese militari, la costruzione di politiche di pace anche a livello locale.

Questa è la strada che vogliamo percorrere insieme e senza indugio per proseguire questo lavoro, “proteggendolo” da accelerazioni, condizionamenti o “febbri” elettoralistiche, senza sottovalutare l’impatto che provocherà l’irrompere di una scadenza elettorale nazionale sempre più vicina. Che sia tra pochi mesi o tra un anno, dopo l’esito del referendum del 4 dicembre, la caduta del governo Renzi, la bocciatura della riforma elettorale, il bilancio disastroso dell’applicazione delle più importanti leggi varate in questo mandato, lo scenario europeo e mondiale in vorticoso mutamento, non sfugge a nessuno che si tratterà di un appuntamento cruciale, a cui possiamo giungere con un progetto e un programma ambizioso e che soprattutto abbia una prospettiva oltre la stessa scadenza elettorale.

Raccogliendo l’invito rivolto da molti e molte tra coloro che hanno partecipato alla costruzione di questo nostro percorso, desiderosi/e di dare un orizzonte alla tensione sentimentale oltreché all’urgenza delle ragioni comuni che ci hanno fatto ritrovare insieme, vogliamo condividere l’esperienza e il percorso fatto insieme con tutti e tutte coloro che, come noi, vorranno mettersi radicalmente in gioco e provare senza tentennamenti a costruire su queste basi programmatiche un percorso unitario. Proviamo a fare un passo avanti, necessario, utile, possibile. Proviamo a farlo coinvolgendo realmente le piccole e grandi realtà che sui territori stanno sperimentando percorsi di reale alternativa alle politiche di austerità confrontiamoci sui contenuti e sulle pratiche di un tragitto condiviso, decidendo insieme le forme, i modi, le regole per costruire aggregazioni credibili, partecipate, democratiche, attrattive.

Abbiamo un appuntamento importante davanti: quello dei referendum sociali promossi dalla CGIL in primavera. Si tratta di una mobilitazione che dobbiamo sostenere con forza e sulla quale, anche a livello locale, promuovere percorsi unitari e di costruzione di alleanze tra sindacato, associazioni,

Due mesi sono trascorsi dalle belle assemblee di Roma e Bologna. Due mesi di iniziative diffuse, che hanno consolidato positive esperienze di lavoro comune, aperto, inclusivo. Liste di cittadinanza e di alternativa, reti associative, comitati, campagne hanno raccolto la sfida della costruzione di un processo nuovo, partecipato, rispettoso delle identità ma non identitario, per dire no alle politiche di austerità e alle politiche liberiste, per riaffermare da sinistra il primato della persona sulla finanza.

Un percorso che si arricchisce giorno dopo giorno di contenuti, pratiche e conflitti provenienti da ogni parte d’Italia, legati dall’esigenza di partecipare attivamente alla costruzione dal basso di un progetto e di uno spazio sociale, politico e culturale autonomo ed alternativo al PD e alle sue politiche, al centro-sinistra e alle larghe intese, per darsi e offrire un’opportunità di impegno a quante e quanti non si riconoscono nelle scelte dei recenti governi, e di chi chiuso nel palazzo gestisce il potere secondo i propri peculiari interessi e quelli della finanza e del profitto. Un percorso che costruisce il terreno comune di un’azione programmatica e politica tra soggetti diversi, segnando una discontinuità con il passato senza scorciatoie politiciste e valorizzando le diverse esperienze, le donne e gli uomini che vorranno dare il proprio contributo a questo itinerario in comune.

Sui territori, nella nostra azione quotidiana come nella recente battaglia referendaria, siamo strenui difensori della Costituzione contro il tentativo di omologazione al pensiero unico di Renzi e dei suoi sodali: abbiamo riaffermato i principi e le finalità della Costituzione, anche e soprattutto per la sua forza evocatrice di giustizia sociale e di lotta alle disuguaglianze. Lo abbiamo fatto nella consapevolezza che tale forza nasceva da un confronto alto tra modelli socio-economici contrapposti e quindi dal riconoscimento profondo della sua valenza sociale. Proprio quello che Renzi in ossequio al modello liberista volevano e vogliono rimuovere. Il nostro impegno quindi deve essere rivolto in prima istanza all’applicazione profonda del progetto costituzionale, impegno che – nel rispetto delle origini della nostra Carta fondamentale – deve essere altrettanto forte nella definizione e nell’attualizzazione di modelli sociali ed economici alternativi a quello che dominante che sta schiacciando la dignità delle persone e dei territori. Ribadiamo la necessità di ribadire il principio della pari dignità delle diverse forme di una politica diffusa e plurale: tutte le soggettività (partiti, associazioni, movimenti, ecc.) contribuiscono con la loro specificità ed il loro ruolo nella costruzione del cambiamento. Questo valore deve trovare concreto riconoscimento nella costruzione di uno spazio plurale e partecipato, senza primati e senza gerarchie.

Serve un progetto fortemente partecipato che muova dalle battaglie che quotidianamente portiamo avanti dentro e fuori le istituzioni nei nostri territori e dalla mobilitazione di associazioni, campagna e movimenti: il superamento del vincolo del patto di stabilità per garantire servizi davvero pubblici, come una capillare e accessibile mobilità collettiva; un progetto per la piena e buona occupazione ripristinando ed estendendo i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, per il carattere pubblico e universale del diritto alla salute, il diritto all’abitare, il riutilizzo e il recupero del patrimonio edilizio. Ancora, un progetto per la messa in sicurezza del territorio con le mille piccole opere necessarie al posto di grandi opere inutili; per il risparmio energetico e le energie rinnovabili nel solco di un rigoroso rispetto dell’ambiente, del paesaggio e della salute umana. Occorre favorire le esperienze di riappropriazione e di uso collettivo degli spazi inutilizzati, preservare il territorio da un uso indiscriminato e predatorio quale quello spesso messo in atto dalle multinazionali. In questa agenda devono comparire come centrali questioni come la difesa del carattere pubblico del sistema dell’istruzione, il rilancio del servizio sanitario nazionale, la tutela dei diritti e l’inclusione dei migranti ed un welfare effettivamente universalistico. Inoltre per dare forza a questa agenda dobbiamo assumere come centrale il tema della riconversione civile dell’economia, attraverso la smilitarizzazione dei territori, la riduzione delle spese militari, la costruzione di politiche di pace anche a livello locale.

Questa è la strada che vogliamo percorrere insieme e senza indugio per proseguire questo lavoro, “proteggendolo” da accelerazioni, condizionamenti o “febbri” elettoralistiche, senza sottovalutare l’impatto che provocherà l’irrompere di una scadenza elettorale nazionale sempre più vicina. Che sia tra pochi mesi o tra un anno, dopo l’esito del referendum del 4 dicembre, la caduta del governo Renzi, la bocciatura della riforma elettorale, il bilancio disastroso dell’applicazione delle più importanti leggi varate in questo mandato, lo scenario europeo e mondiale in vorticoso mutamento, non sfugge a nessuno che si tratterà di un appuntamento cruciale, a cui possiamo giungere con un progetto e un programma ambizioso e che soprattutto abbia una prospettiva oltre la stessa scadenza elettorale.

Raccogliendo l’invito rivolto da molti e molte tra coloro che hanno partecipato alla costruzione di questo nostro percorso, desiderosi/e di dare un orizzonte alla tensione sentimentale oltreché all’urgenza delle ragioni comuni che ci hanno fatto ritrovare insieme, vogliamo condividere l’esperienza e il percorso fatto insieme con tutti e tutte coloro che, come noi, vorranno mettersi radicalmente in gioco e provare senza tentennamenti a costruire su queste basi programmatiche un percorso unitario. Proviamo a fare un passo avanti, necessario, utile, possibile. Proviamo a farlo coinvolgendo realmente le piccole e grandi realtà che sui territori stanno sperimentando percorsi di reale alternativa alle politiche di austerità confrontiamoci sui contenuti e sulle pratiche di un tragitto condiviso, decidendo insieme le forme, i modi, le regole per costruire aggregazioni credibili, partecipate, democratiche, attrattive.

Abbiamo un appuntamento importante davanti: quello dei referendum sociali promossi dalla CGIL in primavera. Si tratta di una mobilitazione che dobbiamo sostenere con forza e sulla quale, anche a livello locale, promuovere percorsi unitari e di costruzione di alleanze tra sindacato, associazioni, movimenti, liste civiche e di alternativa.

Chiediamo, pertanto, a tutte/i coloro che fin qui hanno condiviso questo nostro percorso, di continuare il cammino cominciando a discutere nel merito, sulle forme della politica e sul modo e le regole con cui concretamente potrebbe avviarsi il percorso unitario che immaginiamo. Pensiamo ad un seminario sulle forme della politica che si terrà il 19 marzo a Roma, che sarà preparato in un primo incontro più ristretto il 5 marzo.

Facciamolo riportando la discussione e l’elaborazione di questo nostro percorso sui territori, impegnandoci in una discussione articolata e diffusa, appuntando idee, dubbi, riflessioni utili a fare dell’incontro di marzo un momento organizzato e costruito davvero assieme dal basso.

Facciamolo subito, perché il tempo è adesso.

Vi preghiamo di comunicare la partecipazione a politicaincomune@gmail.com

movimenti, liste civiche e di alternativa.

Chiediamo, pertanto, a tutte/i coloro che fin qui hanno condiviso questo nostro percorso, di continuare il cammino cominciando a discutere nel merito, sulle forme della politica e sul modo e le regole con cui concretamente potrebbe avviarsi il percorso unitario che immaginiamo. Pensiamo ad un seminario sulle forme della politica che si terrà il 19 marzo a Roma, che sarà preparato in un primo incontro più ristretto il 5 marzo.

Facciamolo riportando la discussione e l’elaborazione di questo nostro percorso sui territori, impegnandoci in una discussione articolata e diffusa, appuntando idee, dubbi, riflessioni utili a fare dell’incontro di marzo un momento organizzato e costruito davvero assieme dal basso.

Facciamolo subito, perché il tempo è adesso.

Vi preghiamo di comunicare la partecipazione a politicaincomune@gmail.com

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