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CHIUDERE TUTTE LE PRODUZIONI E I SERVIZI NON ESSENZIALI

 

Blocco delle produzioni e dei servizi non essenziali, reddito di quarantena per chi non può accedere alla tutela degli ammortizzatori sociali: autonomi, precari, partite Iva e disoccupate/i. La nostra proposta resta questa.


L’accordo tra governo confindustria e sindacati che lascia larga discrezionalità alle aziende sulle procedure da attivare per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro, suscita preoccupazione e indignazione tra le lavoratrici e i lavoratori in particolare nelle aree più colpite dal coronavirus.
 Mentre si impongono, giustamente, misure restrittive e si attuano controlli stringenti per ridurre al minimo indispensabile gli spostamenti e i contatti, servizi e produzioni non essenziali non si fermano. Evidentemente non basta la drammatica esperienza della zona di Bergamo, in cui la prima zona rossa non ha visto perimetrati al suo interno i comuni ad alta densità manifatturiera che oggi sono tra i più colpiti dal contagio e dai lutti.

Nel Veneto siamo quasi alla farsa. Dopo gli scioperi della scorsa settimana nelle grandi fabbriche, si cerca di mettere una pezza alla scelta scellerata di continuare a produrre come se i luoghi di lavoro fossero zone franche dal virus.

Ma la sostanza non cambia. In alcune, poche realtà, la presenza di basi sindacali organizzate, capaci di far valere in qualche modo le poche tutele contenute nell’accordo nazionale, largamente sbilanciato a favore della libera scelta delle imprese, potrà (forse, ma non è detto) contenere Il danno.

Per il resto siamo assolutamente certi che in molti luoghi di lavoro non sarà così.

Le stesse strutture che dovrebbero esercitare i controlli sono sottodimesionate e sicuramente inadeguate a svolgere il ruolo che sono chiamate ad esercitare, nonostante le roboanti dichiarazioni di Zaia dello scorso anno dopo la catena di morti che ne promettevano il potenziamento. I protocolli siglati sono rimasti lettera morta.

La sicurezza di tutte e tutti va garantita, ogni sforzo va diretto al contenimento della pandemia. Lo ripetiamo, le produzioni e i servizi non essenziali vanno interrotti. Scegliere una strada diversa va nel senso contrario.

 

Rifondazione Comunista Veneto

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