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CILE 1973: SULLA FINE DEL GOVERNO DI UNITÀ POPOLARE

Ho letto molti testi e interventi sul golpe in Cile e sulla fine del governo di Unità Popolare, sulla morte di Allende nel palazzo della Moneda bombardato. Naturalmente, come è giusto che sia, molto è stato scritto sul ruolo degli Usa, centrale nell’organizzazione e nella realizzazione del Golpe. Resta un punto che non ho condiviso. La mancanza di una qualche analisi sulla scelta, discutibile, del governo di Allende di confidare sulla lealtà delle forze armate nella fase critica che precedette il golpe. Il Mir, movimento della sinistra rivoluzionaria, aveva a lungo insistito perché si costruissero le milizie popolari a difesa del potere legittimo contro le minacce golpiste, non confidando per nulla e giustamente sull’Esercito. Dopo il golpe in Cile, il Mir, che in qualche misura si era preparato al combattimento, resistette ancora per qualche anno in clandestinità. Furono sostenuti da molte compagne/i italiani con una campagna di raccolta fondi promossa da Lotta Continua per sostenere la sinistra rivoluzionaria cilena. La campagna si chiamava “Armi al Mir”. I combattenti del Mir furono in gran parte sterminati. Resta però l’insegnamento, sempre attuale, della ferocia della borghesia e dell’imperialismo, e della necessità della autonoma organizzazione di classe come base necessaria per ogni radicale cambiamento, dalla Comune di Parigi in poi.

Paolo Benvegnù, segretario regionale Prc Veneto

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